Cappotto termico: le caratteristiche dei materiali isolanti
- 16 Maggio 2023
- E-Lab Formazione
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Il cappotto termico è una tecnica di isolamento termico che permette di coibentare un edificio al fine di migliorare l’efficienza energetica e limitare la dispersione del calore, attraverso la posa di pannelli o materiale isolante. Ciò conduce a un miglioramento estetico dell’immobile, all’innalzamento della classe energetica e ad un risparmio in bolletta.
La riqualificazione edilizia, inoltre, è un obiettivo prioritario per poter raggiungere la riduzione di emissioni entro il 2030 e per la “decarbonizzare” gli immobili, responsabili di oltre il 30% di emissioni di anidride carbonica. Per questo motivo è primario mettere in atto strategie come la direttiva “Casa green” e la “Renovation wave”.
Il sistema di isolamento a cappotto è uno dei metodi per migliorare energicamente un immobile, risolvendo i ponti termici. In questo articolo vedremo quali sono le caratteristiche dei materiali isolanti, le 3 tipologie di isolante con un breve sguardo ai requisiti CAM. Buona lettura!
Le caratteristiche più importanti che devono avere i materiali isolanti
Spessore
Lo spessore minimo va in genere dai 6 ai 12 cm, tuttavia dipende dal materiale e dal grado di isolamento che si desidera ottenere.
All’aumentare dello spessore dei pannelli, aumenta anche il loro potere isolante. Lo spessore determina anche la traspirabilità, ossia la capacità di permettere all’umidità di attraversarlo. Maggiore è la sua traspirabilità, maggiore sarà l’efficacia contro gli sbalzi termici e la creazione di muffa.
Conducibilità termica
È un valore identificato dalla lambda “λ” e indica l’attitudine di un materiale a trasmettere il calore. Per far sì che il cappotto abbia alte prestazioni, la sua conducibilità deve essere bassa. A ciò si aggiunge anche lo sfasamento termico, ossia quanto tempo impiega il calore per passare attraverso il materiale di isolamento. Di conseguenza, maggiore è lo sfasamento termico, migliore è l’isolamento dell’edificio.
Resistenza agli agenti atmosferici
I materiali per il cappotto termico devono essere resistenti agli agenti atmosferici, come pioggia, vento, sole e sbalzi di temperatura. In particolare, devono essere resistenti all’acqua, alla formazione di muffe e anche al suo assorbimento.
Reazione al fuoco
Per i materiali utilizzati per il cappotto termico deve essere fatta una valutazione di reazione al fuoco, ossia la reazione del materiale esposto a una fiamma diretta. Tale capacità di reazione si calcola in base a valori da F (peggiore, ad esempio materiali rivestiti con combustibili) ad A1 (migliore, per i prodotti di natura inorganica).
La certificazione ETA
Uno dei requisiti più importanti per garantire la qualità del cappotto termico è la presenza della certificazione ETA.
European Technical Assessment (ETA), è la certificazione a livello europeo che riguarda i prodotti da costruzione e garantisce la validità delle prestazioni tecniche del prodotto, in questo caso del materiale isolante. Tale riconoscimento è obbligatorio ai fini del Superbonus 110%.
Al fine di ottenere tale documentazione, i prodotti vengono sottoposti a diverse tipologie di test, che comprendono la resistenza meccanica, la resistenza agli agenti atmosferici, nonché tutte le prestazioni relative alla conduttività termica e alle caratteristiche tecniche del prodotto.
Una volta superate tutte le valutazioni, l’EOTA (European Organisation for Technical Assessment) rilascia il documento ETA, valido in tutti gli Stati membri della Comunità europea.
Tale certificazione è fondamentale per poter garantire la qualità dei prodotti e per dimostrare la conformità ai requisiti europei. Ciò permette, da un lato, al cliente di poter intraprendere una scelta ragionata comparando più prodotti tra loro; dall’altro, optare per un cappotto termico certificato ETA può proteggere committente, progettista e imprese da numerosi rischi.
Certamente, per garantire la posa di un sistema a cappotto a regola d’arte non basta semplicemente scegliere prodotti certificati ETA. Sarà altresì necessario far riferimento a progettisti e posatori qualificati e con esperienza.
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Le tipologie di materiali isolanti
I materiali di isolamento per il cappotto termico si suddividono in 3 macro categorie:
- Materiali naturali o vegetali
- Materiali minerali
- Materiali sintetici
Gli isolanti naturali o vegetali
Adatti principalmente per cappotti esterni ventilati, controsoffitti e coperture inclinate, sono riutilizzabili e biodegradabili. Il processo produttivo di queste tipologie di materiali è meno dannoso per l’ambiente ma anche più complesso, per cui anche il costo finale è più elevato rispetto ad altre tipologie di isolanti.
Ciononostante, sono particolarmente traspiranti e resistenti all’aria umida, durevoli e con ottime capacità isolanti.
Tra questi troviamo:
- fibra di legno: nasce da processi di lavorazione della legna di scarto. La sua applicazione è piuttosto semplice e la si può trovare sotto forma di lastre o pannelli.
- fibra di cellulosa: realizzata con cartone riciclato, carta oppure legno legno, è particolarmente resistente al fuoco grazie alla sua conformazione compatta e alla pochissima quantità di ossigeno presente al suo interno;
- fibra di canapa: ha ottime capacità di isolamento termico e acustico e viene lavorata con sali di boro per migliorare il comportamento al fuoco;
- fibra di lino è permeabile al vapore, riducendo la formazione di muffe ma ha un costo più elevato ed è particolarmente infiammabile, dunque deve essere trattato con ritardanti di fiamma;
- sughero: leggero e resistente, il sughero è anche ignifugo e difficilmente attaccabile da animali come topi, uccelli o insetti.
In quali situazioni si possono utilizzare?
Solitamente i prodotti naturali sono più costosi rispetto a quelli sintetici. In ogni caso, questi isolanti presentano ottime capacità isolanti e sono ottimi da utilizzare su coperture ventilate e inclinate.
Tra questi, la fibra di legno permette di mantenere il giusto livello di umidità nell’edificio e accumulano bene il calore, mentre la fibra di cellulosa viene spesso utilizzata tramite insufflaggio per isolare tetti, sottotetti e pareti con intercapedini.
La fibra di canapa, invece, è preferita nelle situazioni di forte caldo, in quanto oltre a trattenere bene il calore durante la stagione fredda, offre anche un’eccellente protezione dal caldo dell’estate.
La traspirabilità e l’ottimo isolamento termoacustico del sughero, lo rendono uno dei migliori materiali, seppur anche uno dei più costosi.
Gli isolanti minerali
Ricavati dalle rocce, i materiali minerali sono ottimi contro l’umidità, garantiscono isolamento termico ed essendo di origine naturale, sono biodegradabili e riciclabili. Solitamente vengono utilizzati principalmente per facciate e coperture ventilate.
Tra i più comuni isolanti minerali ci sono:
- lana di vetro: Per anni è stato uno dei materiali più utilizzati per la coibentazione. Prodotto dalla lavorazione di vetri riciclati e sabbia e commercializzato sottoforma di tappetini o rotoli, è economico ma può rilasciare polvere o frammenti di vetro che potrebbero danneggiare occhi e pelle.
- lana di roccia: di origine vulcanica non assorbe l’acqua, non è infiammabile ma è poco resistente alla presenza di calore estremo. Solitamente viene utilizzata in combinazione con altri isolanti.
- argilla espansa: ha ridotta conducibilità termica, è leggera e si deteriora difficilmente
- perlite espansa: simile alla fibra di roccia, è traspirante e difficilmente attaccabile dall’umidità e dalla muffa.
- vermiculite espansa: particolarmente famosa per le sue proprietà fonoassorbenti, ignifughe e isolanti.
- aerogel: sostanza solida più leggera al mondo. È particolarmente traspirante e occupa meno spazio rispetto ad altri isolanti, non tossica. È uno degli isolanti migliori.
In quali situazioni si possono utilizzare?
La lana di vetro è molto elastica e morbida, ciò permette di aderire bene alle superfici ed evitare ponti termici. Ottimo materiale sia per interno che per esterno e spesso utile a isolare le tubazioni di acqua calda.
La lana di roccia è un ottima per l’isolamento acustico, garantendo ottime prestazioni fonoassorbenti, oltre ad essere resistente al fuoco e a durare a lungo nel tempo: solitamente, può essere utilizzata su edifici posti in strade particolarmente trafficate e rumorose.
Argilla espansa, vermiculite e perlite espansa sono spesso utilizzate nelle intercapedini degli edifici e sui tetti piani, in ragione delle loro capacità isolanti e della loro leggerezza.
Infine, la caratteristica principale dell’aerogel è quella di garantire ottime prestazioni isolanti con uno spessore limitato, motivo per cui viene utilizzato quando ci sono vincoli o limiti di spessore.
Gli isolanti sintetici
Questa tipologia di materiali è quella solitamente più diffusa in ragione della sua facilità di posa e della sua economicità.
Derivanti da un lungo processo di lavorazione del petrolio, la durata delle prestazioni di questi isolanti può variare dai 30 ai 50 anni, in relazione alla tipologia di protezione con cui sono stati trattati.
Possono, inoltre, essere riutilizzati, purché non siano abbinati a un altro materiale o non siano nelle condizioni adeguate al riutilizzo.
I più comuni isolanti sintetici sono:
- Polistirene espanso sinterizzato (EPS): ottenuta per polimerizzazione dello stirene, è insensibile all’acqua. Ha una conduttività termica ridotta ma è per sua natura un combustibile, perciò deve essere trattato con prodotto ignifugo.
- Poliuretano: è leggero, resistente agli agenti chimici e biologici, ha un ottima resistenza meccanica ma è anch’esso infiammabile. È particolarmente isolante e ha una durata di oltre 50 anni.
- Polistirene Espanso Estruso (XPS): impermeabile, ottima resistenza alla compressione, bassa conducibilità termica e ottima resistenza all’umidità.
In quali situazioni si possono utilizzare?
Possiamo riassumere, dunque, che isolanti come l’EPS, grazie alle sue caratteristiche di permeabilità all’aria e all’acqua, spesso viene utilizzato in ambienti piuttosto umidi e nei casi in cui è soggetto a compressione, a cui resiste particolarmente bene.
Diversamente, il poliuretano è più sensibile all’umidità, motivo per cui è solitamente utilizzato all’interno per isolare sottotetti o per i cassonetti delle tapparelle.
Il poliestere, infine, è adatto per le pareti verticali e per i solai e i tetti.
CAM: quali requisiti devono avere i materiali?
I criteri CAM sono i requisiti ambientali che i prodotti e le soluzioni devono rispettare durante l’intero ciclo di vita. L’obiettivo di tali criteri è quello di riconoscere il prodotto o il servizio migliore dal punto di vista ambientale.
I CAM prevedono diverse categorie: quella di nostro interesse in questo caso è quella dell’Edilizia. Sono obbligatori per poter accedere all’Ecobonus 110%.
Tale decreto sui CAM Edilizia fa riferimento specifico ai materiali isolanti termici e acustici, per cui essi:
- non possono essere prodotti con ritardanti di fiamma proibiti o con restrizioni dalla normativa;
- non possono essere realizzati con agenti espandenti che hanno un potenziale di riduzione dell’ozono maggiore di zero;
- non devono essere prodotti con catalizzatori al piombo quando spruzzati o nel corso della formazione della schiuma plastica
- nel caso di polistirene espandibile, gli agenti espandenti non possono superare il 6% del peso totale del prodotto.
- se originati da lane minerali, devono essere conformi alla nota Q o R del regolamento (CE) n. 1272/2008 (CLP)
- Gli isolanti in polistirene espanso (EPS) devono essere costituiti dal 10% al 60% di materiale riciclato e recuperato in funzione della tecnologia adottata per la produzione, calcolata sul peso del prodotto finito.
ENEA: indicatore ISEA
Ad aprile 2023, ENEA ha messo a punto un nuovo indicatore: l’Indice di Sostenibilità Economica e Ambientale (ISEA), necessario per calcolare l’impatto energetico, economico e ambientale dei materiali isolanti per il cappotto termico.
La ricerca, effettuata su 60 città in Italia, ha evidenziato che sebbene gli isolanti naturali siano meno diffusi a causa del costo più elevato, risultano avere un impatto ambientale minore.
Questo nuovo indice ha permesso di evidenziare che, considerando sia il lato economico, sia quello ambientale, la convenienza dei materiali naturali cresce all’aumentare del fabbisogno energetico degli immobili, soprattutto nelle zone più fredde, risultando paragonabile, a livello di convenienza, con i materiali isolanti usati solitamente.
Approfondisci l’argomento direttamente sul sito di ENEA.
Conclusioni
In ogni caso, la scelta del materiale da utilizzare dipende dalla singola situazione e da una serie di fattori, sia strutturali che climatici ed economici.
Spero che ti sia stato utile questo articolo relativo alle caratteristiche dei materiali isolanti per cappotto termico. Come ben sai, la scelta del materiale giusto dipende dalle esigenze specifiche dell’edificio che si vuole isolare.
In generale, possiamo dire che i materiali naturali, come la lana di legno o il sughero, sono particolarmente indicati per le coperture ventilate, se invece stai cercando un materiale più economico, potresti optare per un isolante sintetico, come la polistirene espansa o la poliuretano espanso.
Ricorda che la scelta del materiale isolante non deve essere presa alla leggera, poiché un buon cappotto termico può garantire notevoli vantaggi in termini di risparmio energetico e di riduzione delle emissioni di anidride carbonica. Oltre alla conducibilità termica, dovrai valutare anche lo spessore, la resistenza agli agenti atmosferici e la reazione al fuoco del materiale che scegli.