L’Internet delle cose è una delle evoluzioni dell’uso della Rete: gli oggetti (le “cose”) si rendono riconoscibili e acquisiscono intelligenza grazie al fatto di poter comunicare dati su se stessi e accedere ad informazioni aggregate da parte di altri.
La società di analisi di mercato IDC ha elaborato i risultati di un’indagine che ha lo scopo di approfondire la percezione delle aziende IT e dei decision-maker riguardo l’Internet of Things, in particolare sondando quali siano i prossimi programmi riguardo le soluzioni IT.
Il paradigma di Internet of Things nelle aziende risulta in evoluzione: sta iniziando a spostarsi dai progetti pilota e dalle installazioni dimostrative verso allestimenti reali e scalabili inerenti alle capacità di cloud computing, analitica e sicurezza.
IDC ha individuato che il 31,4% delle organizzazioni contattate ha già lanciato soluzioni IoT, mentre il 43% ha intenzione di affrontare un piano di allestimento entro i prossimi 12 mesi. Inoltre, il 55% dei rispondenti considera l’Internet of Things come un elemento strategico di business e un mezzo capace di stabilire un assetto competitivo più efficace.
Quali sono però i principali elementi di preoccupazione? Innanzitutto la sicurezza e la privacy; poi i costi di avvio e di mantenimento, così come la mancanza di capacità e competenze interne, vero e proprio ostacolo per quelle organizzazioni che intendono allestire una soluzione IoT.
Il miglioramento della produttività, la riduzione dei costi e l’automazione dei processi interni sono invece i principali benefici percepiti dalle aziende.