Elettricista Qualificato: Come Ottenere la Certificazione
- 13 Febbraio 2024
- E-Lab Formazione
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Sei un elettricista che si occupa di piccole riparazioni come dipendente di un’azienda ma vuoi aprire una tua ditta e rilasciare tu stesso le certificazioni di conformità?
Se la risposta è sì, allora sei nel posto giusto. Se, invece, vuoi solo avere alcune delucidazioni sul lavoro da installatore elettrico, troverai comunque ottimi spunti e consigli in questo articolo. Cominciamo!
Diventare un elettricista qualificato è un percorso che richiede l’acquisizione di competenze specifiche e ti permette di dare un vero e proprio slancio alla tua carriera. Una volta ottenuta la certificazione e richiesta la lettera in Camera di Commercio, potrai rilasciare la dichiarazione di conformità, documento essenziale per garantire che gli impianti elettrici che installi o di cui fai la manutenzione, siano sicuri e a norma di legge.
Cosa fa l’elettricista e quali sono i requisiti?
Innanzitutto chiariamo un concetto importante. L’elettricista si occupa della progettazione, dell’installazione e della manutenzione di impianti elettrici. E’ un professionista che ricopre varie mansioni, tra cui: stesura dei cavi, l’individuazione di guasti nei circuiti e nei quadri elettrici e il cablaggio di questi ultimi, inoltre conosce le azioni necessarie utili a risolvere problematiche inerenti guasti di natura elettrica. Inoltre è in grado di effettuare misurazioni con strumenti come amperometri o ohmmetri, multimetri. Progetta schemi elettrici degli impianti installati, tenendo conto delle normative per ambito di rischio e sicurezza sul lavoro.
È importante, a questo punto, fare una differenza tra le tipologie di elettricisti.
Chi ha un minimo di competenza e abilità nel settore acquisita, ad esempio, con l’affiancamento presso una ditta o un elettricista professionista, può svolgere piccoli interventi di manutenzione ordinaria volti a contenere l’usura e il normale degrado dell’impianto.
Diversamente, interventi di installazione, rinnovo, sostituzione di impianti e manutenzione, volti a riportare l’impianto al normale funzionamento, che non rientrano nell’elenco precedente, fanno parte della manutenzione straordinaria. Queste attività possono essere svolte unicamente da tecnici elettricisti qualificati e abilitati e richiedono obbligatoriamente la presenza di un Responsabile Tecnico abilitato secondo DM 37/08, che possa certificare gli interventi svolti.
In ogni caso, la formazione e gli aggiornamenti periodici, obbligatori e non, sono essenziali per poter fornire ai clienti la garanzia di un lavoro ben fatto.
I livelli di competenza di un elettricista
Il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) del settore elettrico prevede diverse categorie e livelli: categoria Quadri, gruppo A, gruppo B e gruppo C.
La prima categoria (Quadri) si suddivide in due livelli, in relazione al diverso grado di competenza specialistica e manageriale: Quadro Superiore (QS) e Quadro (Q).
Il gruppo A, gruppo B e gruppo C, invece, prevedono più ramificazioni.
GRUPPO A |
|
As |
racchiude coloro che svolgono mansioni direttive di particolare importanza, tenendo conto delle dimensioni dell’unità di cui sono responsabili |
As Superiore |
simile al livello As, ma con un ruolo professionale più rilevante |
A1 |
coloro che svolgono mansioni direttive di un certo spessore |
A1 superiore |
simile al livello A1 con ruolo direttivo più elevato, ad esempio il coordinamento di altri lavoratori |
GRUPPO B |
|
BS |
Lavoratori che, ad esempio, gestiscono un ufficio o un reparto |
BS superiore |
simili al livello BS, con ulteriore coordinamento di altri lavoratori |
B1 |
coloro che svolgono mansioni tecniche/manuali con competenze e conoscenze specifiche. |
B1 superiore |
funzioni simili alla categoria B1, ma di maggior rilievo |
B2 |
Lavoratori con capacità tecniche/pratiche/amministrative, conseguite in seguito a un tirocinio o ad una formazione professionale |
B2 superiore |
simili al livello B2, ma con una certa esperienza nel mestiere |
GRUPPO C |
|
CS |
Dipendenti che svolgono operazioni di tipo tecnico o amministrativo e richiedono competenze specifiche |
C1 |
Lavoratori che si occupano di attività tecniche o amministrative, solo dopo un tirocinio breve |
C2 |
coloro che svolgono mansioni semplici di carattere amministrativo o tecnico, nonché addetti a facchinaggio e pulizia |
Elettricista: dipendente o autonomo?
Nel momento in cui si decide di svolgere la professione di elettricista, si può scegliere di trovare lavoro come dipendente di un’azienda, di accedere ai concorsi pubblici per inserirsi nella PA oppure di intraprendere la carriera come professionista autonomo.
Se sei più orientato verso l’idea di metterti in proprio, avrai bisogno di una partita IVA per poter aprire la tua ditta. Ma ci sono dei requisiti da seguire! Facciamo un passo indietro.
Aprire una propria ditta implica la necessità di poter certificare gli impianti su cui effettui gli interventi di installazione e manutenzione.
Per poter certificare, e quindi rilasciare la dichiarazione di conformità, dovrai possedere l’abilitazione alla lettera ministeriale A in Camera di Commercio (CCIAA)…sembra tutto troppo complesso? Non preoccuparti, vediamo passo passo i requisiti da rispettare e l’iter da seguire.
La novità comprende l’indicazione di diverse tipologie di certificazioni di prodotto necessarie a indicare la percentuale di materia riciclata/recuperata/di sottoprodotti contenuta nel prodotto oggetto di verifica.
I requisiti per essere un elettricista autonomo
Per poter essere autonomo e rilasciare la dichiarazione di conformità, dovrai rispettare determinati requisiti professionali che ti permetteranno di essere abilitato alla lettera A secondo D.M. 3708 presso la tua CCIAA di appartenenza.
Requisiti tecnici
Devi rispettare almeno un punto di questa lista:
- diploma di laurea in materia tecnica specifica, ad esempio Ingegneria, Fisica o Architettura presso un’università statale o regolarmente riconosciuta;
- diploma di tecnico superiore, ottenuto presso Istituti Tecnici Superiori, Area Tecnologica – Efficienza Energetica;
- diploma o qualifica conseguita al termine della scuola superiore, relativa a impianti elettrici. La formazione deve essere seguita da un periodo di esperienza lavorativa in un’azienda di settore;
- titolo o attestato di formazione professionale, rilasciato da Centri di formazione professionale e promosso da ente regionale, previo periodo di esperienza dimostrabile;
- prestazione lavorativa alle dipendenze di una impresa dello stesso settore per cui l’operaio richiede l’abilitazione alla lettera (quindi elettrico);
- attività di collaborazione tecnica presso imprese abilitate del settore attività di tecnico impiantista nel periodo precedente il 13 marzo 1990, come titolare o socio partecipante al lavoro di impresa del settore (ancorché non più operante) regolarmente iscritta all’Albo Imprese Artigiane o al Registro delle Ditte per una durata non inferiore ad un anno.
In relazione al titolo professionale che ottieni o che già possiedi, la tua CCIAA definirà l’esperienza lavorativa necessaria da dimostrare in associazione.
Qual è la differenza tra qualifica e titolo di studio?
Spesso sorgono incomprensioni per quanto riguarda la differenza tra i requisiti richiesti dal DM 37/08.
Tralasciando i primi due punti, ossia il conseguimento della laurea e dell’attestato di diploma presso un istituto tecnico, ritroviamo la voce “qualifica” e , subito dopo, “titolo o attestato”.
Qual è la vera differenza tra i due? Per poterlo spiegare nel modo più chiaro possibile, prendiamo come punto di riferimento la formazione erogata da E-Lab Formazione.
Innanzitutto diamo una definizione ai due termini.
La qualifica è un attestato riconosciuto ai fini del DM 37/08 e attesta il possesso delle competenze acquisite tramite un percorso di formazione professionale specifico, ad esempio presso un centro di formazione accreditato dalla Regione.
Il titolo o attestato, invece, sta ad indicare un documento che certifica l’aver frequentato e concluso un percorso di formazione o di studio presso un ente accreditato.
A livello normativo nell’ambito del Decreto 37 del 2008, relativo alle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici, la differenza risiede nell’esperienza lavorativa che si va ad aggiungere in abbinamento.
Nel caso del nostro centro di formazione E-Lab, ad esempio, è previsto un percorso formativo volto all’ottenimento dei requisiti per richiedere l’abilitazione alla lettera ministeriale A presso la Camera di Commercio.
Il nostro “Percorso Elettricista” si suddivide in 4 diversi moduli, ossia:
- Pianificazione dell’impianto elettrico
- Installazione dell’impianto elettrico
- Manutenzione dell’impianto elettrico
- Controllo dell’impianto elettrico.
Il superamento di uno di questi moduli rappresenta l’ottenimento di un “titolo o attestato”.
Di conseguenza, nel momento in cui l’installatore sceglie di seguire e portare a termine uno o più di questi moduli, ottiene uno o più attestati riconosciuti dalla normativa italiana e idonei per la presentazione della domanda di ottenimento della lettera presso la CCIAA.
La qualifica, invece, si ottiene portando a termine l’intero percorso formativo, ossia tutti e 4 i moduli appena presentati e un esame finale davanti ad una commissione Regionale.

I requisiti per essere un elettricista dipendente
Ottenuti i requisiti e l’abilitazione alla lettera ministeriale, sei ufficialmente un professionista qualificato e potrai scegliere di lavorare come dipendente presso un’azienda come Responsabile Tecnico, avendo in mano le carte in regola per poter firmare la Dichiarazione di Conformità, oppure scegliere di metterti in proprio e aprire una tua azienda.
Aprire una ditta propria: iter e requisiti
Rendersi indipendenti è l’obiettivo di molti elettricisti professionisti, per poterlo rendere possibile, anche in questo caso, è necessario rispettare determinati requisiti.
Il primo consiglio è quello di scegliere un bravo commercialista, poiché sarà lui/lei a dover seguire durante l’intero iter di creazione della tua nuova attività.
Tramite il commercialista, infatti, potrai:
- aprire la tua nuova partita IVA
- iscriverti alla Camera di Commercio di competenza
- iscrivervi all’agenzia delle entrate
- individuare il codice ATECO più pertinente alla tua attività
- definire la sede della tua azienda
- compilare tutte le altre pratiche burocratiche necessarie.
Iscrizione alla CCIAA, apertura della partita IVA e del CODICE ATECO
Se hai la certezza di possedere i requisiti richiesti dal DM 3708, dovrai iscriverti in Camera di Commercio e richiedere l’abilitazione alla lettera A. Una volta ottenuta, sei a tutti gli effetti un professionista qualificato. Non resta che procedere all’apertura della tua ditta.
Innanzitutto dovrai aprire una partita IVA con codice ATECO, una combinazione alfanumerica che identifica l’attività economica svolta dall’azienda. Attenzione, dovrai scegliere un codice che si avvicini il più possibile alla tipologia di attività che vorrai svolgere.
I codici ATECO della categoria di Installazione di impianti elettrici fanno riferimento alla sezione “LAVORI DI COSTRUZIONE SPECIALIZZATI” e iniziano con “43.21”.
Nel tuo caso il codice ATECO di riferimento sarà molto probabilmente questo:
- 43.21.01 – Installazione di impianti elettrici in edifici o in altre opere di costruzione (inclusa manutenzione e riparazione)
Ma poiché il codice dipende dal tipo di attività in cui ti specializzi, potresti avere anche uno o più dei seguenti:
- 43.21.02 – Installazione di impianti elettronici (inclusa manutenzione e riparazione)
- 43.21.03 – Installazione di impianti di illuminazione stradale e dispositivi elettrici di segnalazione, illuminazione delle piste degli aeroporti (inclusa manutenzione e riparazione)
- 43.21.04 – Installazione di insegne elettriche e impianti luce (incluse luminarie per feste)

Compilazione delle pratiche necessarie e costi
A questo punto, sarà necessario iscriversi al Registro Artigiani, procedere all’iscrizione nella sezione artigiani dell’INPS per ciò che riguarda il versamento dei contributi e, infine, aprire la posizione assicurativa INAIL. Non meno importante, dovrai inviare una SCIA, per la segnalazione di inizio attività.
I costi possono essere variabili.
Se scegli di occuparti delle pratiche in autonomia, a prescindere dai costi fissi di segreteria, per l’imposta di bollo e per l’iscrizione alla Camera di Commercio, che si aggirano intorno 150-200€, i costi relativi alla SCIA variano da comune a comune.
Diversamente, affidandoti ad un commercialista, a questi costi dovrai aggiungere il compenso per il servizio svolto dal professionista per tuo conto.
Conclusioni
Detto ciò, ora potrai rilasciare la dichiarazione di conformità, la quale attesta che l’impianto elettrico realizzato è in conformità alle normative di sicurezza vigenti. Questo documento è essenziale per garantire la sicurezza degli utenti e per evitare sanzioni legali.
Come elettricista qualificato, assumi la responsabilità legale degli impianti elettrici che realizzi. Assicurati sempre di eseguire un lavoro accurato, rispettando tutte le normative di sicurezza.
Se ti mancano i requisiti per l’ottenimento della lettera ministeriale, assicurati per prima cosa di seguire un percorso formativo approvato e valido. Garantirai la sicurezza degli impianti elettrici che realizzi.
Diventare un elettricista qualificato richiede impegno e formazione, ma le opportunità professionali, il maggiore guadagno economico e la soddisfazione personale che ne derivano ne fanno valere la pena.