L’Internet of Things cresce esponenzialmente, grazie alla crescente richiesta in tutto il mondo di apparecchiature di domotica e di building automation.
L’analisi pubblicata da Research and Markets, colosso mondiale nella ricerca di mercato, prevede una crescita incredibile, passando dai 23,09 miliardi di dollari nel 2015 agli oltre 443 miliardi entro il 2022.
Come è strutturato il mercato dell’home automation? Gli USA attualmente assorbono il 60% per cento della richiesta, ma Europa e Cina mostrano una crescita più rapida. Il rapporto delinea le cifre del mercato globale, che avrà un valore di 25,3 miliardi di dollari entro il 2021 con la fetta più grossa (81%) presa da Stati Uniti, Europa e Cina. La ragione principale per la più lenta crescita negli Stati Uniti potrebbe essere che sia un mercato in prossima saturazione. La media dei ricavi in termini di soluzioni smart home per famiglia in Europa è di 357 dollari, battendo gli Stati Uniti che ne 354, mentre in Cina il guadagno si assesta a 217 dollari. Entro il 2021, Europa e Stati Uniti si prevede siano a 305 dollari a famiglia e la Cina arriverà a 194.
Già oggi il segmento home automation costituisce la più grande quota di fatturato del 36% di tutto il mercato smart home, contando su una dimensione globale di 6,1 miliardi di dollari nel 2016 e 23,8 milioni di case intelligenti.
E l’Italia? Secondo il rapporto dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano, presentato quest’anno, a fine 2015 la voce IoT toccava quota 2 miliardi di euro, segnando un + 30% rispetto al 2014, ma per il 2016 si attende una crescita importante in particolare per gli ambiti smart home, smart city, industrial IoTe smart car.
Quest’anno una leva importante è stata quella degli ecobonus, ossia le detrazioni fiscali del 65%, misura che è destinata a essere prorogata anche per il 2017, secondo il disegno di legge di bilancio in approvazione alla commissione Bilancio della Camera.