DIRI: Dichiarazione di Rispondenza: cos’è, chi la deve fare e come funziona
- 13 Settembre 2023
- E-Lab Formazione
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Il termine Dichiarazione di rispondenza è spesso associato alla certificazione degli impianti, alla dichiarazione di conformità e alla figura del responsabile tecnico, di cosa si tratta?
La DIRI (il suo acronimo) è un documento che va a sostituire un certificato obbligatorio, come la dichiarazione di conformità, ma solo in alcuni casi specifici. E’ stata introdotta solo recentemente nell’ordinamento italiano, con il D.M. 37/08, infatti prima non era presente; diversamente, esisteva già la Dichiarazione di Conformità, che risale ai primi anni ’90.
Cos’è e a cosa serve la DIRI?
La dichiarazione di rispondenza, nota anche come DiRi, è un documento fondamentale nel campo dell’installazione e della manutenzione degli impianti, qualora non siano presenti la DiCo.
Attraverso questa dichiarazione si attesta che l’impianto è stato progettato, realizzato e collaudato ai sensi delle normative vigenti. Ciò aiuta a prevenire incidenti, danni alle persone o alle proprietà e assicura un ambiente di lavoro sicuro.
Come la DiCo, la DiRi non ha scadenza; avrà valore fino a quando l’impianto rimarrà tale, nelle stesse condizioni.
Quali sono le differenze con la Dichiarazione di Conformità?
Sebbene la DiCo e la DiRi siano due termini che spesso vengono nominati negli stessi contesti, ci sono alcune differenze tra i due documenti.
La prima è attiva dal 1990 ed è obbligatoria ogni volta che viene installato o sostituito un impianto. Contrariamente, la Dichiarazione di rispondenza è un sostituto della DiCo in determinati e specifici casi, ad esempio quando la Dichiarazione di Conformità non può essere reperita in alcun modo.
Inoltre, può essere richiesta solo per gli impianti installati nel periodo di tempo che va dal 1990 al 2008. Ciò implica che per gli impianti realizzati oltre 33 anni fa non può essere richiesto nessuno dei due documenti, invece per gli impianti successivi al 2008, può essere esclusivamente richiesta la conformità.
A differenza della Dico, la DiRi ha la funzione di attestare semplicemente che l’impianto è in regola; mentre la dichiarazione di conformità è realizzata a seguito di nuova installazione o modifica, chi emette la DiRi non può modificare l’impianto, ma solo attestare tramite una serie di rilievi che nel periodo in cui è stato costruito, l’impianto rispettava le norme.
Tipo di intervento | Dichiarazione Conformità | Dichiarazione Rispondenza |
Installazione di un nuovo impianto | ✓ | X |
Modifica di un impianto già esistente | ✓ | X |
Certificazione impianto installato nel periodo che va dal 1990 al 2010 (no modifiche) | ✓ | X |
Certificazione impianto installato prima del 1990 (no modifiche) | X | X |
Richiesta di abitabilità per casa con un impianto realizzato dopo il 2008 | ✓ | ✓ |
Richiesta di abitabilità per casa con un impianto realizzato tra il 1990 e il 2008 | ✓ | ✓ |
Richiesta di abitabilità per casa con un impianto realizzato prima del 1990 | X | X |
Cosa succede se l’impianto non risulta completamente a norma?
Può succedere che venga richiesta la Dichiarazione di Rispondenza per un impianto che può non essere del tutto conforme alla regola dell’arte. Come procedere in questi casi?
E’ bene suddividere l’impianto in sezioni distinguibili:
- sezione dell’impianto conforme alla Regola dell’Arte.
- sezione dell’impianto non conforme alla Regola dell’Arte.
A questo punto si può redigere una Dichiarazione di Rispondenza specifica per la sezione dell’impianto che risulta adeguata e conforme.
Fatto ciò, è il momento di pianificare gli interventi necessari per adeguare la sezione che non risulta certificabile, seguendo le disposizioni previste dall’articolo 5 del D.M. 37/08, che fa riferimento al progetto dell’impianto.
Una volta elaborato il piano di adeguamento, è opportuno incaricare imprese abilitate eseguire gli interventi di adeguamento, ai sensi dell’articolo 3 del D.M. 37/08.
Al termine degli interventi, sarà indispensabile richiedere la Dichiarazione di Conformità dalla società che ha eseguito le opere, includendo tutti gli allegati obbligatori relativi alla parte dell’impianto oggetto di adeguamento.
A questo punto, Dichiarazione di Rispondenza e Dichiarazione di Conformità dovranno essere conservate insieme in un fascicolo.
Chi deve fare la dichiarazione di rispondenza?
La responsabilità di redigere la dichiarazione di rispondenza ricade sull’installatore che ricopre il ruolo di responsabile tecnico di un impresa da almeno cinque anni o sul professionista, il quale deve essere necessariamente iscritto ad un ordine professionale, come ad esempio un ingegnere o un architetto, da almeno 5 anni.
Solitamente, coloro che hanno i requisiti adeguati per redigere la DIRI, possono anche compilare e firmare la DICO (per il professionista solo nel caso in cui risulta essere responsabile tecnico di un impresa), ma non è vero il contrario.
Chi firma la dichiarazione di rispondenza assume la responsabilità legale della conformità dell’impianto. Questo significa che, in caso di incidenti o problemi legati alla sicurezza dell’impianto, il firmatario potrebbe essere chiamato a rispondere delle conseguenze. È quindi fondamentale che la persona che colui che firma abbia le competenze e l’esperienza necessarie per garantire la conformità dell’impianto.
La figura del responsabile dell'impianto per firma della DIRI
Il responsabile dell’impianto è colui che ha l’incarico di garantire che l’installazione e il funzionamento degli impianti avvengano nel rispetto delle norme di sicurezza. Questa persona deve possedere le competenze e le conoscenze necessarie per svolgere questa mansione in modo adeguato. È suo compito far si che l’impianto sia mantenuto conforme a quanto dichiarato nella dichiarazione di rispondenza ed, eventualmente, la dichiarazione di conformità, oltre ad assicurarsi che tutti gli aspetti dell’impianto siano conformi alle normative vigenti.
Scopri i requisiti per diventare un responsabile tecnico leggendo questo articolo.
Cosa allegare alla dichiarazione di rispondenza?
Per poter compilare correttamente la dichiarazione di rispondenza è necessario attuare diverse tipologie di esami, misure e prove.
Ciò si traduce in documenti da allegare alla dichiarazione, alcuni dei quali sono necessari, altri, invece, sono opzionali.
Tra i primi, sicuramente ritroviamo gli schemi o i progetti dell’impianto, eventuali planimetrie e, infine una relazione finale che descriva a livello tecnico lo stato dell’impianto.
Tra i documenti non obbligatori, invece, ci sono le schede di controllo, fotografie e, dove possibile, le caratteristiche tecniche dei materiali che sono stati utilizzati. Eventualmente, si possono abbinare alla DiRi anche altri documenti già esistenti che possono aiutare a valutare al meglio la conformità dell’impianto.
È importante conservare questi documenti in modo sicuro, in quanto potrebbero essere richiesti in caso di controlli o verifiche.
Vediamoli in dettaglio.
- Progetto dell’impianto: Il progetto deve essere redatto da un professionista qualificato e deve contenere tutte le informazioni necessarie per la corretta installazione e il funzionamento dell’impianto, è obbligatorio se l’impianto è superiore ai 6 kW.
- Certificati di conformità dei materiali: I materiali utilizzati nell’installazione dell’impianto devono essere conformi alle norme di sicurezza. I certificati di conformità attestano che i materiali soddisfano tutti i requisiti.
- Risultati dei test di funzionamento: Prima di emettere la dichiarazione di rispondenza, è necessario effettuare una serie di test per verificare che l’impianto funzioni correttamente e in modo sicuro.
- Rapporti di collaudo: I rapporti di collaudo documentano i risultati dei test effettuati sull’impianto e confermano la sua conformità alle norme di sicurezza.
Cosa succede se non fai la dichiarazione di rispondenza?
La mancata presentazione della dichiarazione di rispondenza è un’infrazione alle norme di sicurezza e può comportare sanzioni legali. Oltre alle conseguenze legali, può mettere a rischio la sicurezza delle persone e dell’edificio. Senza la dichiarazione, non ci sono garanzie che l’impianto sia stato progettato e realizzato in conformità alle norme di sicurezza, aumentando il rischio di incidenti o guasti.
In mancanza di conformità, infatti, sebbene non ci sia direttamente l’azione di coperture assicurative, ci sono responsabilità sia penali che civili, in capo al titolare dell’edificio e all’impresa, nel caso in cui essa non la compili al termine degli interventi.
Sanzioni per la mancata dichiarazione di rispondenza
Le sanzioni per la mancata dichiarazione di rispondenza possono includere multe, sospensione dell’attività o persino azioni penali in caso di incidenti gravi causati da un impianto non conforme. È importante rispettare le leggi e i regolamenti relativi alla dichiarazione di rispondenza per evitare tali conseguenze. Le multe partono dai 1000 €, sino ad arrivare ai 10.000€.
Dove inviare la dichiarazione di rispondenza?
La dichiarazione di rispondenza deve essere inviata agli enti competenti per il controllo degli impianti.
Deve essere redatta in più copie, ognuna delle quali sarà consegnata al giusto destinatario. In particolare:
- una viene conservata dal proprietario dell’immobile in cui è presente l’impianto,
- una seconda copia è tenuta dall’installatore/manutentore
- l’ultima viene consegnata in Comune, in modo da poter sostituire la presenza della Dichiarazione di Conformità.
Quanto costa fare una dichiarazione di rispondenza?
Il costo per fare una dichiarazione di rispondenza può variare in base a diversi fattori, È sempre consigliabile richiedere preventivi a più professionisti o aziende per valutare i costi e i servizi offerti.
Vediamo quali sono gli elementi che possono influenzare il costo della dichiarazione di rispondenza includono:
- Dimensioni dell’impianto: Implantare un impianto di grandi dimensioni richiede più lavoro e risorse, il che potrebbe influire sul costo complessivo.
- Complessità del progetto: Se l’impianto ha requisiti particolarmente complessi o richiede soluzioni tecniche avanzate, potrebbe essere necessario un lavoro aggiuntivo, che potrebbe riflettersi sul costo.
- Professionista o azienda scelta: I professionisti e le aziende possono addebitare tariffe diverse in base alla loro esperienza, reputazione e competenze specifiche.
- Costi di verifica: Potrebbe essere necessario sostenere dei costi aggiuntivi per i controlli e le verifiche degli enti competenti. È importante ricordare che il costo della dichiarazione di rispondenza è un investimento nella sicurezza e nella conformità dell’impianto, che può aiutare a prevenire incidenti e problemi futuri.
Solitamente, il costo si aggira intorno ai 350 euro, non considerando i costi per eventuali lavori per adeguare le parti dell’impianto non a norma. Attenzione, il costo presentato è puramente indicativo. Il costo reale dipende da molti fattori, come abbiamo appena visto.
Come si compila la diri?
La prima parte è totalmente dedicata all’anagrafica del responsabile dell’impresa che si occupa di redigere la DiRi.
Innanzitutto dovrai fornire i dati anagrafici richiesti, includendo i dati dell’impresa o ditta individuale di cui fai parte.
Nella sezione riguardante l’indirizzo della sede, è sufficiente indicare solo la sede legale dell’impresa, che deve coincidere con l’indirizzo presente nel Registro Imprese.
In questa sezione dovrai indicare tutte le informazioni relative all’impianto, compreso l’anno indicativo in cui è stato realizzato, l’indirizzo dell’edificio nel quale si trova l’impianto e la destinazione d’uso di quest’ultimo.
Infine, basterà specificare le tipologie di allegati da allegare. Compilato tutto, mancano solo le firme (del dichiarante e del committente) e la data.
Conclusioni
In conclusione, la dichiarazione di rispondenza è un documento fondamentale per garantire la sicurezza e la conformità degli impianti elettrici non corredati di DiCo.
Deve essere redatta dall’installatore qualificato o da un tecnico iscritto all’albo e deve includere tutti i documenti necessari a confermare la conformità dell’impianto alle norme di sicurezza. La mancata presentazione della dichiarazione può comportare sanzioni legali e mettere a rischio la sicurezza delle persone.
È quindi fondamentale rispettare le normative e inviare la dichiarazione agli enti competenti.