Attestato di Prestazione Energetica (APE): Normative, Obblighi e Novità
- 14 Novembre 2023
- E-Lab Formazione
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Con la direttiva Case Green, l’APE ha un’importanza sempre maggiore.
L’acronimo APE sta per Attestato di Prestazione Energetica e rappresenta un documento fondamentale per valutare l’efficienza energetica di un edificio e degli impianti al suo interno.Racchiude tutte le informazioni sui consumi energetici durante il normale funzionamento degli impianti in un edificio.
Se sei interessato a scoprire tutto quello che c’è da conoscere a riguardo, continua a leggere questo articolo. Troverai tutto ciò che devi sapere in relazione all’APE, dalla sua definizione ai quadri normativi, fino ai costi per richiederlo.
Attestato di Prestazione Energetica (APE)
L’APE è un certificato che fornisce informazioni essenziali sulla prestazione energetica di un edificio. Questo documento, noto anche come “certificato energetico”, fornisce una valutazione della classe energetica dell’edificio e stima i consumi energetici annuali. Per fare ciò, si tengono in considerazione tutti gli impianti presenti nell’edificio, da quelli di raffreddamento e riscaldamento, produzione di ACS (acqua calda sanitaria), ventilazione meccanica controllata (VMC) e di illuminazione.
Si tratta di una scala di controllo, inizialmente suddivisa in 10 livelli, che varia da A4 (migliore prestazione) a G (peggiore prestazione). Attualmente, la scala è stata modificata, come spiegato qui.
L’obiettivo principale dell’APE è consentire ai proprietari e agli acquirenti di immobili di comprendere quanto un edificio sia efficiente dal punto di vista energetico.
Quando è obbligatorio redigere la certificazione?
L’obbligo di redigere l’APE può variare, sebbene sia necessario quasi per tutti gli edifici .Per gli edifici nuovi, ad esempio, è sempre obbligatorio ottenere un APE, mentre per gli edifici esistenti, la presenza o meno dell’APE può variare in base a vari fattori.
Sicuramente l’Attestato di Prestazione Energetica è obbligatorio per:
- Vendita di un immobile: è obbligatorio redigere un APE e consegnarlo all’acquirente prima della conclusione dell’atto di compravendita. L’APE fornisce informazioni sull’efficienza energetica dell’edificio e sulle possibili migliorie da effettuare. L’APE dovrebbe essere allegato anche all’annuncio di vendita, indipendentemente sia stato pubblicato in forma cartacea o sul web.
- Trasferimento di un immobile
- Affitto di un immobile: Anche in caso di locazione di un immobile, è necessario consegnare l’APE al conduttore, che ha la possibilità di avere informazioni riguardo l’efficienza energetica dell’abitazione che ha preso in affitto.
- Ristrutturazioni e interventi edilizi: Nel caso di lavori di ristrutturazione importanti o di interventi edilizi, come quelle che interessano più del su oltre il 25% della superficie dell’immobile, potrebbe essere richiesto un APE per valutare l’impatto sull’efficienza energetica dell’edificio dopo le modifiche.
- Altre situazioni specifiche: Ci possono essere altre situazioni in cui è richiesto un APE, ad esempio per l’assegnazione di agevolazioni fiscali o incentivi legati all’efficienza energetica.
In aggiunta a ciò, l’APE è sempre obbligatorio, nell’ambito della pubblica amministrazione, per i contratti stipulati per la gestione del riscaldamento e per gli edifici pubblici che hanno una superficie utile che supera i 250 metri quadri. Per i grandi edifici con un’area utile maggiore di 500 metri quadri.
Quando è obbligatorio aggiornare l’APE?
L’APE ha una durata limitata di 10 anni. Tuttavia, è necessario aggiornarlo prima della scadenza se vengono apportate modifiche significative agli impianti o alle caratteristiche dell’edificio che potrebbero influenzarne la prestazione energetica, ad esempio la sostituzione di infissi o la posa del cappotto termico.
Chi redige l’APE?
Il soggetto che si occupa di realizzare l’APE di un edificio è il cosiddetto Certificatore Energetico, una figura accreditata che possiede le competenze adeguate sulla base di una formazione specifica, gestita dalle singole regioni con normative a livello regionale o, nel caso in cui la regione non abbia adottato una serie di normative a riguardo, si fa riferimento al D. Lgs 192/05 che ha validità su tutto il territorio Italiano.
Questa figura ha il compito di raccogliere i dati necessari, effettuare le valutazioni e fornire una classificazione energetica. Solitamente è un geometra o un ingegnere e, come tale, ha importanti responsabilità, sia a livello civile che penale.
APE, ACE, AQE: le differenze
Attenzione a non confondersi! Nel mondo dell’efficienza energetica esistono più documenti con nomi pressoché simili, come APE, ACE e AQE. Vediamo le differenze tra i 3.
ACE: Partiamo dall’ACE che, ormai, non è più un documento valido in quanto è stato sostituito con l’APE tramite il Decreto Legge 4 giugno 2013 n. 63. L’Attestato di Certificazione Energetica racchiudeva tutte le caratteristiche energetiche del singolo immobile, andando a valutare il consumo di energia annuo.
APE: oltre a contenere le caratteristiche energetiche, l’APE viene ampliato in termini di contenuti. A differenza dell’ACE, infatti, non solo assegna una classe energetica all’edificio, ma permette di valutare meglio quali siano gli interventi da mettere in atto per rendere migliore l’efficienza energetica di un immobile.
AQE: meno utilizzato rispetto a qualche anno fa, in quanto è un documento che fungeva principalmente da sostituto dell’APE nel periodo in cui non erano stati pubblicati Decreti più specifici. Diversamente dall’APE, l’AQE viene redatto dal direttore dei lavori o da un tecnico abilitato e attualmente viene semplicemente consegnato in Comune e richiesto durante la fase di Fine lavori.
APE standard e l'APE convenzionale
Esistono due tipi principali di APE: l’APE standard e l’APE convenzionale. L‘APE standard è il modello utilizzato nelle normali situazioni di affitto, compravendita ecc.
L’APE convenzionale, invece, è stato introdotto in occasione degli incentivi Superbonus 110%. Si tratta, quindi, di un modello utilizzato unicamente in caso di interventi che ricadono sotto l’ala del Superbonus e lo scopo è quello unico di certificare che a seguito degli interventi realizzati, l’edificio ha subito un salto di due classi energetiche oppure di una sola classe nel momento in cui l’edificio inizialmente parta dalla classe A3.
Direttiva Europea per le "Case Green"
Attualmente, sono in corso numerose modifiche in relazione alla classificazione Energetica. Con la direttiva EPDB (Energy Performance of Building Directive) e la Direttiva Case Green, le cose cambieranno sotto diversi punti di vista.
Ad esempio, solo una piccola percentuale (circa il 15%) degli edifici potrà rientrare nella classe G, quella più in basso e, ugualmente, solo gli edifici a zero emissioni, i cosiddetti ZEB, potranno rientrare nella classe A.
Ciò comporta una ridefinizione di tutti i livelli della scala energetica, in quanto probabilmente molti immobili rientranti nella classe G, saranno ri-distribuiti nella classi superiori ma ciò non significa che gli edifici fino ad ora parte delle classe A1, A2 e A3 saranno automaticamente classificati a livello A, in quanto non è detto che siano tutti a emissioni zero.
La Direttiva Europea sull’Efficienza Energetica degli Edifici (Direttiva 2010/31/UE) promuove l’efficienza energetica negli edifici e richiede agli Stati membri di adottare misure per migliorare la prestazione energetica degli edifici esistenti.
Gli interventi secondo la Direttiva Case Green
La direttiva Case Green nasce dal Parlamento Europeo con il fine di andare a rivedere e migliorare l’efficienza energetica degli edifici.
Con la European Climate Law e il Green Deal a livello europeo, si è reso necessario il raggiungimento di un certo equilibrio tra le emissioni nocive e la capacità di assorbimento di queste ultime. Per questo motivo è stato prefissato, entro il 2050, il raggiungimento della neutralità climatica.
Per poter raggiungere questo traguardo in soli 25 anni (circa), è indispensabile partire dalla riqualificazione dell’intero patrimonio edilizio. Ciò comporta che, auspicabilmente, i nuovi edifici pubblici saranno a emissioni zero tra due anni, quindi dal 2026. Tra 4 anni (2028), anche tutti gli altri edifici dovranno essere a zero emissioni. Dal 2032 ci sarà, invece, l’obbligo di installare tecnologie fotovoltaiche.
Di conseguenza, gli interventi considerati all’interno del raggio della direttiva Case Green, sono senza dubbio la posa del cappotto termico, la sostituzione della caldaia con modelli più efficienti, come quelle a condensazione, nonché la sostituzione dei serramenti e l’installazione del fotovoltaico.
Come viene realizzato l'APE e quanto costa?
Dopo un breve excursus sulla normativa attualmente in vigore, ritorniamo alla questione della classificazione energetica e al modello APE, in termini pratici.
L’APE viene redatto raccogliendo tutti i dati necessari relativi all’edificio che si vuole certificare: superficie, orientamento, materiali isolanti, tipi di impianti e così via. Questi dati vengono inseriti in software specifici che calcolano la classe energetica e stimano i consumi.
Il costo di un APE varia in base a numerosi fattori. Innanzitutto, dipende dalle dimensioni dell’edificio e dalla complessità delle valutazioni richieste, ma non solo. Dipende anche dalla destinazione d’uso e dall’urgenza della certificazione.
Sebbene non ci siano prezzi fissi, esiste comunque un range di prezzo, definito, ad esempio, tra le linee guida definite dalla Rete Professioni Tecniche (RPT) e dal DM 17 giugno 2016.
Possiamo riassumere, comunque, che solitamente per un appartamento i costi si aggirano intorno ai 200 euro, mentre per una casa o villetta più ampia, il prezzo è di circa 400 euro. Per i negozi, i prezzi rimangono più o meno gli stessi. Invece, i grandi capannoni industriali possono arrivare anche ai 3000 euro.
Quadro normativo
In Italia, il passato normativo della Certificazione APE è particolarmente denso.
Innanzitutto, questa certificazione è stata introdotta dalla Legge 10 del 1991, che definiva le norme sull’uso efficiente dell’energia e sulle fonti rinnovabili.
Particolarmente importante diviene la Direttiva EPBD, che contiene il concetto di Certificato energetico e che ha come obiettivo quello di guidare l’attività edilizia verso un approccio che mira anche a ridurre l’impatto sull’ambiente e limitare l’inquinament, che sia particolarmente efficiente dal punto di vista energetico.
Grazie alla Direttiva, pochi anni dopo entra in vigore il Dlgs 192/2005, che definisce il metodo di calcolo e i requisiti minimi per le prestazioni energetiche degli edifici, nonché i criteri per la certificazione e le ispezioni.
Sarà solo con il Dlgs 311/2006, che verrà introdotto per la prima volta l’attestato di qualificazione energetica (AQE)
I requisiti e i criteri di applicazione, inoltre, divengono più severi con il DPR n. 59/2009, che punta a promuovere l’applicazione omogenea delle norme per l’efficienza energetica in tutta Italia.
Nel 2009, il DM del 26 giugno stabilisce le linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici, includendo regole per l’efficienza energetica e specificando il contenuto dell’attestato di certificazione.
Successivamente, il Dlgs n. 28/2011 attua la Direttiva 2009/28/CE, introducendo obblighi sull’uso di fonti rinnovabili e clausole nell’ambito delle transazioni immobiliari. Ad esempio, l’obbligo di dichiarare di aver avuto accesso alle informazioni di carattere energetico dell’immobile e quello di riportare l’indice di prestazione energetica nell’annuncio di vendita dell’immobile.
Infine, il DL 63/2013, convertito nella Legge 90/2013, rinnova la certificazione energetica, passando da ACE ad APE e imponendo l’obbligo di attestati anche in caso di affitto.
Ulteriori modifiche sono state apportate nel 2013 con il DLgs 145/2013 e nel 2015 con i D.M. 26 giugno 2015, che hanno definito le metodologie di calcolo e i requisiti per gli edifici.
Le novità relative all’APE
Le linee guida per la redazione dell’APE sono soggette a continui aggiornamenti.
Il Decreto Legislativo 48/2020, ad esempio, apporta importanti novità per l’Attestato di Prestazione Energetica, riguardanti i metodi di calcolo, i requisiti professionali, le sanzioni, l’obbligo di sopralluogo e l’istituzione di un catasto specifico. Inoltre, stabilisce l’obbligatorietà dell’APE per le transazioni immobiliari, con pene più severe per i contratti di locazione sprovvisti di attestato.
I contenuti dell'APE
L’attestato di prestazione energetica di un edificio deve includere informazioni dettagliate su diversi aspetti, tra cui i dati generali, la prestazione energetica complessiva e specifica dell’edificio, le informazioni sugli impianti e i consumi stimati, le raccomandazioni per il miglioramento dell’efficienza energetica, i dettagli aggiuntivi sull’edificio e sugli impianti, nonché informazioni sul miglioramento della prestazione energetica e i dettagli del soggetto che ha emesso l’attestato. Il documento deve contenere anche i dettagli relativi ai sopralluoghi e i dati di ingresso, oltre al software utilizzato. La compilazione deve seguire la legenda e le note specificate nel formato standard dell’Attestato di Prestazione Energetica (APE).
Conclusioni
In sintesi, l’Attestato di Prestazione Energetica (APE) svolge un ruolo cruciale nella valutazione dell’efficienza energetica degli edifici, con crescente importanza grazie alla direttiva Case Green.
Ora obbligatorio per vendite, affitti e ristrutturazioni, fornisce dettagliate informazioni sulle classi energetiche e su come migliorare l’efficienza.
L‘evoluzione normativa dimostra l’impegno per una certificazione più accurata, evidenziando l’importanza di professionisti qualificati e di valutazioni dettagliate per promuovere l’efficienza energetica in Italia.
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